Carenza di vitamina D e quarantena

Rischi e rimedi

Oltre a uno stile di vita sedentario e alle sue ovvie conseguenze, la permanenza prolungata in casa, necessaria in questo periodo di pandemia globale, può determinare anche la carenza di vitamina D.

La vitamina D, infatti è sintetizzata dalla pelle attraverso l’esposizione alla luce del sole, oltre che essere assunta attraverso l’alimentazione (pesce d’acqua salata e olio di fegato di pesce). La vitamina D è importante per il funzionamento ottimale di molti organi, ma in particolare aumenta l’assorbimento di calcio e fosfato dall’intestino favorendo la normale mineralizzazione delle ossa.

Le persone maggiormente soggette a questa carenza sono soprattutto gli anziani, i bambini e in generale chiunque non faccia vita all’aperto.

Gravi carenze di vitamine D nei bambini possono provocare rachitismo, mentre negli adulti provocano osteomalacia ovvero una ridotta mineralizzazione ossea con o senza malformazioni scheletriche.

Un’inadeguata esposizione ai raggi solari determina il deficit di vitamina D. Non è certo quale sia il tempo di esposizione ottimale, ma si stima che 5-30 minuti al giorno per un paio di volte la settimana possa essere utile a prevenire il deficit. Non è necessario esporre il corpo nella sua interezza, ma bastano le gambe, il viso, le braccia o la schiena. Ovviamente, l’esposizione sicura richiede la dovuta protezione.

Quanto l’esposizione non è possibile, come in queste settimane di isolamento per il Coronavirus, bisogna prestare maggiore attenzione all’alimentazione. Gli alimenti che contengono vitamina D sono soprattutto:

  • Olio di fegato di merluzzo.
  • Pesci grassi come sgombro, aringa, tonno, carpa, anguilla e salmone.
  • Gamberi e ostriche.
  • Burro.
  • Formaggi grassi.
  • Tuorlo d'uovo.
  • Carne di fegato.
  • Funghi.

Laddove l'alimentazione non dovesse bastare a garantire l'apporto ottimale di vitamina D, si può ricorrere anche all’assunzione di integratori di vitamina D disponibili in farmacia in diverse tipologie.

Le persone che soffrono di malassorbimento intestinale, le donne in menopausa e i soggetti più fragili che hanno carenze date anche da altri fattori o patologie croniche devono essere seguite da un medico specialista che saprà indicare eventuali integrazioni o farmaci specifici.